Un progetto mentorship in collaborazione con Sissy Vian, creative fashion director di Harper’s Bazaar Italia.
Riflettendo su me stesso, mi sono reso conto di quanto sia difficile definire con precisione la mia identità. Mi sento da sempre in una costante ricerca personale, quasi sperimentale, ma sempre entro confini che io stesso mi pongo. Il tema dell’identità mi è sempre rimbalzato nella mente, anche perché, per carattere, mi considero un eterno insoddisfatto, in continua competizione con me stesso, spinto da un’ambizione che non si placa mai.
La prima immagine che ho associato a questo tema è stata quella del mio conterraneo Luigi Pirandello. Nelle sue opere “Sei personaggi in cerca d’autore” e “Uno, nessuno e centomila”, indaga quanto sia complicato costruire un’identità personale stabile e autentica. È proprio questa crisi identitaria, così centrale nel suo pensiero, che mi ha profondamente colpito. Il suo concetto di meta-teatro si lega alla costruzione dell’identità che ogni individuo affronta nel corso della vita. Io stesso, essendo molto esigente con me, mi ritrovo spesso a fare i conti con chi sono e con chi vorrei essere, anche in termini di immagine. Il sociologo Erving Goffman descrive l’identità come una rappresentazione teatrale: l’individuo mette in scena una versione di sé, utilizzando ciò che lui definisce il “corredo per l’identità” – elementi esterni e visibili che servono a rafforzare il ruolo che si intende comunicare. Un’idea quanto mai attuale, se pensiamo a come oggi curiamo la nostra immagine digitale, spesso più coerente e costruita di quanto lo sia quella reale. L’epoca di iper-connessione che stiamo vivendo, dove siamo sommersi da immagini e stimoli continui, ha portato, come spiega Vito De Biasi su Harper’s Barzaar Italia (n.17 Febbraio 2025), alla nascita di un’estetica del caos, che ritroviamo nelle collezioni di creativi contemporanei come Miuccia Prada o Demna Gvasalia. Uno stile che riflette bene il mio stato interiore: una tensione continua e disordinata, un’energia contrastante rispetto all’aspetto ordinato e controllato che mostro e che mi creo; (sarà un caso ma il luogo di nascita di Pirandello si chiama proprio “Contrada Caos” nella Sicilia di Agrigento).
La parte più estrema e profonda di me è l’opposto di quella che mostro, ma come dice Alessandro Michele “anche la più profonda delle intimità è, in fin dei conti, un teatro. O meglio un meta-teatro nel teatro dell’esistenza”. Nonostante il caos interiore, la mia mente funziona come un meccanismo di difesa: per tenere a bada il disordine interno, tendo a essere estremamente organizzato, preciso, rigido. Un approccio quasi compulsivo che si riflette tanto nel mio modo di vivere quanto in quello di apparire.
Il progetto editoriale racconta quindi questa intima parte di me che dall’esterno non si può vedere, in una tensione tra caos interiore e ordine esteriore. Allora sorge la domanda cosa è reale e cosa è finzione? Mi chiedo allora chi è il vero “me” autentico? E se, in fondo, non indosso anch’io una maschera pirandelliana che ho costruito da solo.
Edoardo Barbera
ART DIRECTOR AND STYLIST: EDOARDO BARBERA
PHOTOGRAPHER: MARCO CONTE
MODEL: ALINA GLADKAYA
MAKE-UP ARTIST AND HAIR STYLIST: CAMILLA CAVANA